ross_baker_peripheryROSS BAKER – Periphery
(Twice Removed, 2014)

I quaranta minuti di “Periphery” sono da considerarsi accessori a “Two Suns Were Visible In The Sky”, poiché originariamente composti da Ross Baker contemporaneamente a quelli infine inclusi nel più recente album a suo nome.

Rispetto al visionario soundscaping di quel lavoro, le otto tracce di “Periphery” esplorano suggestioni sonore più variegate, tanto che proprio questo è il motivo del loro stralcio dalle altre registrazioni. Benché una linea di continuità sia riscontrabile nelle calde risonanze dell’iniziale “Brownbird” e nelle nebbiose modulazioni ambientali di “Edgebury Park” e “The Blackbirds’ Revenge”, la parte preponderante del lavoro è occupata da una ben più inquieta elaborazione di frequenze chitarristiche, non più soltanto riverberate in loop avvolgente, ma presentate nella loro forma più inquieta, attraverso saturazioni e occasionali apici rumorosi (“Energy Park”, “RX-Tech”) che sfociano nei claustrofobici nove minuti di “Concrete Ant”.

Sono soltanto le modulazioni sinuose del breve brano conclusivo “From A Distance, Street Lights Become Stars” a ricondurre Baker sui binari da ultimo percorsi, rispetto ai quali quelli solcati da “Periphery” descrivono un itinerario parallelo, tra i tanti che il chitarrista inglese sta perseguendo ormai da un decennio in numerosi progetti eterogenei.

http://internationaldebris.tumblr.com/

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