westerns_skies_motel_buried_and_resurfacedWESTERN SKIES MOTEL – Buried And Resurfaced
(Twice Removed, 2015)

Mentre il recente “Prism” metteva in mostra il calore acustico del suo picking “Buried And Resurfaced” porta alla luce il più tenebroso lato ambientale di René Gonzalez Schelbeck, alias Western Skied Motel,.

Si tratta, a ben vedere, di due facce della stessa medaglia, che insieme definiscono la personalità dell’artista danese: se infatti le filigrane acustiche di “Prism” contribuivano a delineare un’ambience contemplativa, anche nel nuovo lavoro non mancano intricati passaggi acustici, tuttavia complementari – e a volte accessori – a una dimensione atmosferica, creata attraverso improvvisazioni elettriche registrate con mezzi rudimentali, quando deliberatamente sfasati.

Ne risulta una sequenza di cartoline sonore volta a bilanciare mezzi espressivi e immaginari antitetici: rumore e melodia, stasi e movimento, luce e ombra. Dalla delicatezza romantica del torpore di un risveglio onirico (l’iniziale “Awakening”) alle saturazioni distorte di “Black Sea” e “Behind These Walls”, dalle morbide risonanze di “The Quiet Rust” alla nebbia ricamata di esili note acustiche di “Passing” e “Distances”, quello di “Buried And Resurfaced” descrive un processo di lenta ma continua trasformazione di una materia sonora viva, dagli spiccati contenuti suggestivi.

L’artista danese la governa sapientemente, plasmandone la densità in un bilanciamento elettro-acustico frutto del depotenziamento dei suoi caratteri dinamici, che non sottrae all’universo espressivo dell’artista danese potenzialità di coinvolgimento invece soltanto spostate sulla faccia oscura della luna.

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