MURCOF – Lost in Time
(Glacial Movements, 2018)

Da ormai oltre un decennio, Fernando Corona ha intrapreso un percorso ellittico di collaborazioni, colonne sonore ed esibizioni estemporanee, che l’ha di fatto allontanato dalla produzione di marcato stampo elettronico degli esordi, distogliendolo da quella declinazione del suo alias Murcof, interrottasi con “Cosmos” (2007), mentre la successiva lettera “o” dell’annunciato “Oceano” non ha ancora trovato manifestazione concreta.

Benché anche nel caso di “Lost in Time” si tratti di musica allegata a immagini (quelle dell’omonima pellicola Patrick Bernatchez), l’ampiezza sonora e narrativa dell’opera induce a considerarla un significativo tassello dell’esperienza creativa recente dell’artista messicano, le cui fascinazioni classiche sono nell’occasione insite nella natura stessa della colonna sonora, sviluppata a partire da una versione delle “Goldberg Variations” cantata dai Petits Chanteurs du Mont-Royal.

Da quella base, Murcof dispiega un itinerario sonoro che rispecchia l’immaginario naturalistico della pellicola, che rimanda agli sconfinati spazi ghiacciati da sempre oggetto di indagine da parte dell’etichetta Glacial Movements, che non a caso pubblica “Lost In Time”. Tale legame concettuale trova duplice canale di svolgimento nelle quattordici tracce del lavoro, strutturato come una vera e propria sinfonia ripartita in “capitoli”: da un lato, vi è la maestosità di aperture orchestrali ed elevazioni atmosferiche solenni, dall’altro le risonanze di frequenze silenti e inquiete risonanze ambientali.

Gli oltre cinquanta minuti del lavoro rispecchiano così fedelmente la traccia narrativa da essi completata, dischiudendo scenari di soverchiante estensione naturale, frutto di un’ibridazione quanto mai avanzata di incessante ricerca sonora e ambience cinematico-orchestrale.

https://www.facebook.com/murcof

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