NIMH & RAPOON – Post-Folk Lore Vol.1
(Winter-Light, 2020)
Il richiamo alla tradizione, con tanto di probabile calembour, nel titolo del lavoro che segna l’incontro tra Giuseppe Verticchio (Nimh) e Robin Storey (Rapoon) non deve meravigliare chi conosce gli abituali percorsi di ricerca dei due navigati sperimentatori sonori. Pur essendo tutt’altro che tipicamente “folk”, i quattro lunghi brani che formano “Post-Folk Lore Vol.1” non mancano di contenuti in qualche misura narrativi, allegati a una visione delle contemporaneità estremamente complessa e inquieta.
I retaggi post-industriali e la ricerca “ethno-ambient” dell’artista inglese si combinano infatti con le sculture chitarristiche di quello romano, risultando in ibridazioni dense e dalle dinamiche pronunciate. Il lavoro sembra appunto seguire un iter ben preciso, che muove innalzando imponenti colonne di rumore, ben presto ricamate da una miriade di vibrazioni e clangori appena soffocati; la sua seconda metà tende invece a sublimarne l’impatto dapprima in risonanze liquide in odor di shoegaze (“Melancholy’s Bow”) e quindi riportando in primo piano vibrazioni apocalittiche, condite anche da un certo ritualismo inquieto.
L’ora di durata di “Post-Folk Lore Vol.1” descrive dunque un tormentato percorso di umanità e trascendenza, non casualmente rappresentativo delle incertezze della (post-)modernità, incarnate da un ventaglio di samples e stratificate torsioni sintetico-chitarristiche, scosso da correnti rese dai due artisti al tempo stesso contrastanti e complementari.