ALASKA IN WINTER – Dance Party In The Balkans
(Regular Beat, 2007)
Non è certo una novità l’interesse da qualche tempo suscitato dai suoni tradizionali dell’Europa centro-orientale; tuttavia, non sono molti gli artisti che si sono arrischiati a spingersi al di là di un’emulazione formale degli stessi o, al più, di una loro contestualizzazione in forma cantautorale. Ebbene, Brandon Bethancourt, titolare del progetto Alaska In Winter, coadiuvato da illustri ospiti quali Zach Condon (Beirut) e Heather Trost (A Hawk And A Hacksaw), prova ad aggiungere un ulteriore stridente contrasto ai tanti che già permeano la cultura musicale balcanica.
Il suo intento, reso esplicito già dal titolo di questa sua opera prima, è infatti quello di coniugare antichi sentori balcanici e litanie orientaleggianti con un modernariato pop sintetico. L’aggiunta di tale ultimo elemento su un corpus musicale già di per sé sovrabbondante produce un risultato incostante che, pur sfiorando il grottesco dal punto di vista concettuale, trova un sorprendente equilibrio in composizioni rese meno ridondanti proprio dall’innesto della drum machine e, soprattutto, di quello frequente del pianoforte e del violino della Trost. “Dance Party In The Balkans” non è infatti un album votato alla rivisitazione gaudente di polverose fanfare, anzi, le sue atmosfere sono in prevalenza notturne e malinconiche, puntellate da un battito sintetico che solo in poche occasioni innalza i ritmi, generando continui contrasti che pure riescono a regalare alcuni momenti degni di nota, sotto forma di sghembe ballate sintetico-orchestrali, culminanti nella conclusiva, corale “Close Your Eyes We Are Blind”, impreziosita dal cantato di Zach Condon.
(pubblicato su ondarock.it)