THE CHILD OF A CREEK – Whispering Tales Under An Emerald Sun
(A Beard Of Snails, 2011)
Per il suo quarto disco sotto l’alias The Child Of A Creek, il toscano Lorenzo Bracaloni ha colto l’occasione per marcare in maniera ulteriormente simbolica il solco che ne separa la musica e lo stesso approccio artistico dalla provinciale scena nazionale.
Sempre più autosufficiente e solipsista, il suo folk visionario ha infatti trovato ospitalità presso l’etichetta danese A Beard Of Snails, che ha pubblica l’edizione limitata a sessanta cd-r di “Whispering Tales Under An Emerald Sun”, lavoro che segna la prosecuzione del percorso di Bracaloni verso una pura forma d’astrazione dal contesto reale che lo circonda, in favore dell’esplorazione di solitari territori della natura e dell’anima.
Dopo l’avventura in mezzo alle nevi del precedente “Find A Shelter Along The Path”, nel nuovo lavoro Bracaloni si rivolge a paesaggi più inquieti, nei quali gli spettri si materializzano in visioni trascendenti ma anche in narrazioni mistiche e litanie sospese su sfondi ora seraficamente bucolici, ora avvinti in tenebrose torsioni psichedeliche.
Degli otto brani compresi in “Whispering Tales Under An Emerald Sun”, solo la metà presentano l’elemento vocale, ancora una volta in prevalenza ieratico e cantilenante, mentre grande attenzione è riposta nella creazione di una coltre ipnotica, che scorre carsicamente sotto tutti i pezzi in forma di flusso uniforme, sostanziale ambientale, ma spesso inarcato in sinistre allucinazioni droniche.
Prova evidente se ne ricava già dai primi due strumentali che aprono il disco, percorsi da arpeggi acustici e fughe psichedeliche, secondo un registro barrettiano, al quale le note stillate dalla chitarra e i gentili inserti di flauto donano una grazia bucolica. L’organo, i riverberi e i vari effetti utilizzati da Bracaloni insieme ai suoi tanti strumenti contribuiscono al senso di smarrimento e solitudine evocato anche dalla maggior parte delle tracce cantate, percorse da frequenze disturbate (“Under The Emerald Sun”) e litanie sbilenche (“Black Rainbow”), piuttosto che da narrazioni lineari.
Queste ultime ricorrono in parte solo nell’ascetico racconto del viandante di “The Voyager” e nella temperie onirica di “Shivers”, le cui stille acustiche si dipanano lentamente in quello che appare l’episodio dal migliore equilibrio tra esoterismo psych e intima dimensione panica.
In “Whispering Tales Under An Emerald Sun”, dunque, Bracaloni ha nuovamente compendiato quanto basta per offrire tre quarti d’ora di astrazione sonora, mettendosi alla prova con demoni interiori e contemplazioni frutto di una sensibilità inquieta, ben lontana dalla banalità.
La sua ricerca umana e artistica lo sta conducendo in territori impervi, ma anche al di là della coltre caliginosa che avvolge questo suo ultimo lavoro, si intravedono le potenzialità di una più aperta declinazione di un folk psichedelico al tempo stesso inquieto e rassicurante. In attesa della primavera promessa dai granulosi loop in reverse del brano che conclude questo viaggio sotto la fiabesca luce di un racconto di streghe in mezzo ai campi.
(pubblicato su ondarock.it)