THOUSAND & BRAMIER – Go Typhoon!
(Arbouse, 2008)

Potrà suonare strano, non da ultimo per motivi culturali, ma se c’è un Paese europeo che da qualche anno a questa parte si sta segnalando come coacervo di artisti impegnati nella declinazione in chiave continentale di riferimenti al country-folk d’autore questo è senza dubbio la Francia. Dall’eclettismo folk di My Name Is Nobody e This Melodramatic Sauna ai bozzetti melodici di My Broken Frame e soprattutto dell’ottimo Morgan Caris, sembra proprio potersi affermare l’esistenza di una fervida scena francese, decisamente eccentrica rispetto a impostazioni stilistiche dominanti e rivolta senza remore a un cantautorato classico, spesso rivolto a tradizioni sonore d’oltreoceano.
Al medesimo novero di artisti è senz’altro ascrivibile anche il duo parigino Thousand & Bramier, composto da Guilhem Granier e Stéphane Milochevitch, che già un paio d’anni fa si era segnalato per il debutto “The Sway Of Beasts”, ottimo esempio di folk melodico arricchito da componenti da camera.

Per il seguito della loro opera prima, il duo francese ha deciso di allargare non poco i propri orizzonti, deviando in parte dal percorso intrapreso con “The Sway Of Beasts” e arricchendolo di nuovi elementi eterogenei. Quel che balza subito all’attenzione del nuovo “Go Typhoon!” è una maggiore articolazione dei suoni, non più improntati soltanto alla ricerca di una formula melodica a prevalenza acustica, ma tali da contemplare incursioni elettriche bluesy e inediti accenni in chiave moderatamente psichedelica.
Non più solo chamber-folk, dunque, ma un folk elettroacustico che alterna un registro di lirismo intimo e romantico a ballate vibranti, scosse da chitarre robuste e arricchite dal fascino tenebroso della voce da crooner di Milochevitch, soffusa e vellutata nei passaggi più quieti, ma altresì capace di crescere di tono per adeguarsi a impatti elettrici in un paio d’episodi piuttosto ruvidi (“Typhoon”, il finale di “Duel In The Sun”).

La versatilità strumentale e quella delle interpretazioni fanno di “Go Typhoon!” una sorta di compendio di molteplici esperienze musicali in ambito alt-folk cantautorale, evocando una pluralità di riferimenti, senza mai appiattirsi troppo su alcuno di essi. Così, Thousand & Bramier dimostrano di riuscire a sfruttare la loro discreta sensibilità melodica, attraverso ripetute aperture armoniche, applicate a ballate desertiche alla Sparklehorse (“Sailor’s Lives”), all’oscura psichedelia west-coast anni 70 (“Great Wall Of Fire”) e ancora all’intenso intimismo di menestrelli più recenti, da Damien Jurado a Bon Iver, passando per Micah P. Hinson (“The Life Within”, “Everybody’s Got Shine”, “Colleen”).
Nonostante l’introduzione di elementi di novità rispetto all’esordio “The Sway Of Beasts”, è ancora in quest’ultimo caso che il duo francese riesce ad esprimersi in maniera convincente, confermando il lato più confidenziale e romantico della sua musica come quello di più spontanea e riuscita espressione. La maggior varietà stilistica di “Go Typhoon!” non regala, in termini di scrittura delle canzoni, la stessa freschezza di quel piccolo gioiello nascosto che era l’album d’esordio, tuttavia dimostra di avere tutte le carte in regola per diffondere su più vasta scala l’imprevedibile country-folk che giunge dal cuore della Francia.

(pubblicato su ondarock.it)

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