HEARTS HEARTS – Young
(Tomlab, 2016)
La definizione di “electro-pop” posta sul biglietto da visita degli Hearts Hearts può risultare abbastanza fuorviante, o quanto meno riduttiva, rapportata al loro album di debutto “Young”. Senz’altro il quartetto viennese affonda le proprie radici stilistiche nell’austera tradizione elettronica mittel-europea, combinata con un ricercato lirismo pop che denuncia affinità con i Radiohead dei temi di “Amnesiac”.
Le dieci tracce di “Young” offrono esaustiva rassegna delle qualità della band guidata dal cantante e autore dei testi David Österle, il cui timbro sottile, spesso elevato in un falsetto arioso ed evocativo, disegna le linee armoniche che fungono da contrappunto a pulsazioni e fremiti elettronici a tratti spezzati in destrutturate frequenze urbane (“Bent Pyramid”, “Hunter Limits”), ma anche si fondono con i velluti di un trip-hop minimale (“I Am In”) e persino con le ovattate note notturne del pianoforte (“Inner Market”).
Sono proprio tali ultimi elementi, accanto agli arrangiamenti cameristici che di tanto in tanto amplificano lo spazio sonoro nel quale gravitano le texture elettroniche della band austriaca, a renderne il debutto una declinazione niente affatto scontata di una post-modernità pop lieve ma sempre sul filo della tensione.