SAYCET – Mirage
(Météores-Music, 2015)
Di Pierre Lefeuvre si erano sostanzialmente perse le tracce dai tempi di quel gioiello nascosto che rispondeva al titolo di “Through The Window” (2010) e coniugava dream-pop e indie-tronica in una sintesi affascinante. È dunque per certi versi sorprendente ritrovare l’artista francese di nuovo impegnato nel terzo capitolo del suo progetto Saycet, il cui solo nome riecheggia immaginari onirici vellutati, scolpiti dall’elettronica ma dotati di un cuore pulsante costituito da riverberi e melodie eteree.
Nei cinque anni intercorsi dal lavoro precedente più di qualcosa è inevitabilmente mutato nella tavolozza di Lefeuvre, che in “Mirage” dimostra di aver concentrato la propria attenzione in particolare sulle componenti ritmiche delle sue composizioni, da un lato enucleando trame strumentali liquide e dall’altro accentuando i caratteri electro-pop delle proprie canzoni, nuovamente affidate in prevalenza alla voce di Phoene Somsavath.
Su tali basi, immediatamente chiarite dallo strumentale d’apertura “Ayrton Senna”, l’artista francese innesta dapprima la variopinta coralità della title track per poi approfondire la propria ricerca in una direzione electro a tratti leggermente stereotipata ma ancora dotata di caratteri sognanti (“Volcano”) e sovente diluita in pulsazioni di immateriale brillantezza (“Northern Lights”, “Cité Radieuse”). È in particolare la parte conclusiva di “Mirage” a rinsaldare il legame con un’espressiva suadente e leggera, che ben riaffiora sotto forma dei sospiri dreamy di “Kananaskis” e delle tastiere giocose che popolano gli otto minuti di “Smiles From Thessalonaski”.
In “Mirage”, Lefeuvre sembra dunque aver scelto con una certa decisione di seguire il binario più schiettamente elettronico di Saycet, senza tuttavia smarrire sensibilità pop e attitudine alla creazione di un universo sonoro sognante e visionario.