ANGELA AUX – Wrap Your Troubles In Dreams
(Millaphon, 2016)
Artista schivo e decisamente particolare, fin dalla scelta del suo alias, il tedesco Heiner Hendrix rappresenta l’archetipo del cantautore solitario e intimista, del cantore delle fuggevoli sensazioni del presente, che come lui stesso racconta nella propria descrizione domani potrebbe trasformarsi in altro, come un cuoco o un navigatore altrettanto solitario.
Nella sua quiete casalinga Hendrix coltiva, da vero e proprio artigiano delle canzoni, la passione per uno scarno folk acustico, tuttavia unita a interessi decisamente più sperimentali, che abbracciano kraut-rock ed elettronica. Per questo, i nuovi brani raccolti nel suo terzo disco a nome Angela Aux, ancorché incentrati in prevalenza su picking acustico e interpretazioni sommesse, risuonano in un’atmosfera ovattata, che diventa parte integrante del loro contenuto sonoro.
Alle sospensioni atmosferiche nelle quali si muovono le delicate armonizzazioni vocali dell’artista tedesco si affiancano, in “Wrap Your Troubles In Dreams”, occasionali arrangiamenti uptempo, come nell’iniziale “Fucked Up Blues”, e timide pulsazioni di un’elettronica casalinga, come quelle che scandiscono la title track. L’essenza del lavoro risiede comunque tutta nel tocco delicato di Hendrix, che alterna incantate contemplazioni acustiche (“Simone Please”, “Big City Blues”) a intrecci armonici obliqui, che possono far ripensare al primo Iron & Wine (“Alien Song”, “Help Me Out”).
Nelle minute pieghe di un lavoro volutamente “in minore”, l’arte minore di Hendrix dispiega una personalità in grado di elevare il cantautorato “da cameretta” a linguaggio del tutto autosufficiente, schietto e potenzialmente universale nella sua combinazione di scrittura e atmosfera.