MATT PAXTON – Hunter Street Station Blues
(Other Songs Music Co., 2017)
Quattro tracce registrate in maniera casalinga, in pieno omaggio alla narrazione del “ritorno a casa”, simboleggiano l’abbandono da parte di Matt Paxton della costa occidentale canadese in favore della natia Hamilton, nella regione dei laghi al confine con gli Stati Uniti. È tra luoghi familiari, boschi e specchi d’acqua cristallini che Paxton ha ritrovato l’essenza più spoglia e spontanea della sua scrittura, affidata a testi di serena introspezione e a uno scarno accompagnamento strumentale.
L’Ep “Hunter Street Station Blues” rappresenta infatti il più classico saggio della formula chitarra e voce, tuttavia interpretata dall’artista canadese con personalità e naturalezza armonica, che nonostante l’immagine di copertina trascendono in maniera significativa i cliché del cantautore dell’America profonda. Tanto al country-folk di “Baby Don’t Go” e della title track quanto alle tonalità sixties di “I Want You (All To Myself)” e di “Put it All Back Together”, caratterizzate da dolenti inserti di armonica, Paxton imprime la scorrevolezza di una poetica lieve, veicolata dal suo timbro vocale, morbido e mai sopra le righe.
Sono questi pochi elementi a elevare l’Ep da breve testimonianza di un passaggio individuale a valido punto di ripartenza per un artista dotato di sensibilità e talento, nella rideclinazione di una formula intramontabile proprio in quanto ogni volta suscettibile di essere riempita da timbri, storie e personalità diverse.