BUTCHER THE BAR – III
(Bobo Integral, 2019)
Intrapreso oltre una decina di anni fa come uno dei tanti solitari progetti “da cameretta”, Butcher The Bar ha mutato pelle molto lentamente, a seguito di un processo che ne ha tenuto l’ideatore Joel Nicholson lontano dalla produzione discografica per gli otto lunghi anni trascorsi dal secondo lavoro “For Each A Future Tethered”, pubblicato da Morr Music al pari del fresco debutto “Sleep At Your Own Speed” (2008). Nel frattempo, l’artista inglese non ha tuttavia mai smesso di scrivere canzoni, tanto che quelle che oggi ne segnano il ritorno risalgono in realtà a un periodo compreso tra il 2013 e il 2015.
Semplicemente intitolato “III”, il nuovo lavoro apre un capitolo del tutto nuovo per Butcher The Bar, ora trasformata in una vera e propria band, che assiste la scrittura sensibile di Nicholson con un impianto strumentale in grado di proiettarla verso una composita varietà di soluzioni, che ne evidenziano in maniera chiara come non mai il retroterra creativo. All’intimismo casalingo delle origini, è infatti adesso associata una più spiccata sensibilità melodica, che la band amplifica attraverso languori chitarristici e dinamiche dal gusto nineties. Fin dall’iniziale “Lying”, con i suoi espliciti riferimenti ai Teenage Fanclub, l’artista inglese mette in chiaro la sua rinnovata dimensione espressiva, che nel corso dei suoi undici brani si svolge con leggerezza melodica, rivestendo il proprio lirismo dal delicato understatement di registri elettrici in prevalenza soffici e di rigogliose soluzioni d’arrangiamento.
Cambiano dunque tempi e contesti, ma resta immutato lo spirito creativo di Nicholson, filtrato adesso dall’evoluzione di una maturità che lascia affiorare reminiscenze da autentico appassionato, dischiudendosi a una riuscita condivisione.