MADDER ROSE – To Be Beautiful
(Trome, 2019)

Desta sempre una certa impressione trovarsi in presenza di un nuovo lavoro di una band assente dalle scene da vent’anni, sia quando si tratta di una tra quelle che hanno impresso la propria impronta nella temperie musicale degli anni Novanta, sia quando il ritorno in questione appartiene a musicisti che avevano vissuto quel periodo in maniera più defilata. In realtà, la collaborazione tra Mary Lorson e Billy Coté, rispettivamente voce e chitarra dei Madder Rose, era proseguita ben oltre la pubblicazione del quarto e ultimo album della band (“Hello June Fool”, 1999), ma solo da poco, sull’onda della rivitalizzazione dei suoni morbidi e sognanti di un paio di decenni addietro, i due hanno preso l’iniziativa di una reunion integrale della formazione originale.

Di fronte a tempi nuovi e a diverse condizioni di maturità personale e artistica, si è mai del tutto spenta la passione musicale della band, che in “To Be Beautiful” riprende le fila di un discorso interrotto vent’anni fa come se invece il tempo non fosse mai passato. Fin dai primi accordi della title track d’apertura si percepisce infatti un senso di consumata naturalezza nella scrittura, nelle sinuose interpretazioni di Mary Lorson e in soluzioni sonore che bilanciano languori sognanti con una grana elettrica in prevalenza evanescente, ma non aliena da increspature.

Su tali cardini si sviluppano tutti i nove brani che formano il lavoro, che oscillano tra dolcezze sognanti in odor di Paisley Underground ( “I Lost The War” riecheggia delizie in odor di Mazzy Star) e saggi di un pop ricercato, costruito su riverberi avvolgenti e ariosi rilanci armonici (“City Lights”, “Roses”). Seppur non sempre efficaci nella combinazione tra scrittura e arrangiamento, le canzoni di “To Be Beautiful” non si limitano a riecheggiare un lessico antico, ma ne ridefiniscono i caratteri alla luce di una maturità che continua a regalare sensazioni carezzevoli, non soltanto animate da nostalgia.

http://www.madderroseband.com/

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