DEATHCRASH
Less
(Untitled (Recs), 2023)*
Sono sufficienti le cadenze rallentate e le ritmiche asciutte e spezzate dell’incipit di “Pirouette”, brano che apre il secondo lavoro dei londinesi Deathcrash, per trovarsi immediatamente proiettati nella temperie familiare – ancorché smarrita da tempo – delle band di metà anni Novanta che di tempi narcolettici ed esplosioni emotive controllate a stento facevano la propria cifra espressiva.
Dolcezza e nervosismo, forza e compassatezza tornano a essere gli ingredienti della raccolta di sette brani che va sotto il titolo di “Less”, improntata appunto alla riduzione all’essenza scheletrica di un paradigma sonoro senz’altro discendente diretto del post-rock e dello slow-core statunitense di ormai quasi tre decenni fa. Eppure, la band inglese guidata dal cantante Tiernan Banks riesce a dimostrarsi quanto mai credibile nella (ri)proposizione di modelli oggi considerati come recessivi, soprattutto grazie a un songwriting ispirato e a un’alternanza di momenti di tensione espressa e di pacata introspezione, che vede la netta prevalenza dei secondi.
Nonostante gli spasmi emo-core nei quali culminano brani quali “Empty Heavy” e “Duffy’s”, un malinconico lirismo d’autore pervade gran parte del lavoro, che presenta piuttosto gli spigoli smussati di una soffice introversione: un po’ l’essenza dello spleen anni Novanta, che a ben vedere non ha tempo, essendo piuttosto una condizione dello spirito tanto più vivida quanto ridotta all’osso di un’espressione vibrante e autentica.
*disco della settimana dal 13 al 19 marzo 2023