MATH AND PHYSICS CLUB – Our Hearts Beat Out Loud
(Matinée, 2013)
Tra i più brillanti artefici statunitensi dell’inesauribile stagione indie-pop, i Math And Physics Club tornano a farsi sentire con il loro terzo disco, dopo tre anni di silenzio trascorsi dal precedente “I Shouldn’t Look As Good As I Do”.
Nelle dieci nuove canzoni, delle quali “I Know It’s Over” aveva funto da succulenta anticipazione nella compilation celebrativa dei quindici anni della Matinée Recordings (“A Sunday Matinée”), la band di Seattle conferma il graduale processo di ispessimento dell’impatto delle proprie agili popsong rispetto alle dolcezze tra Smiths e Belle And Sebastian dell’omonimo esordio del 2006. Lo si capisce fin dal titolo come i Math And Physics Club siano adesso sempre più propensi ad alzare i volumi delle loro chitarre e ritmiche veloci e sbarazzine; ciò non implica certo una transizione al più abrasivo formato che sta caratterizzando tante recenti esperienze guitar-pop d’Oltreoceano.
C’è infatti tutta l’agrodolce grazia indie-pop in “Our Hearts Beat Out Loud”, unita a un’indole a tratti vivace e spigliata (si vedano “We’re Not Lost” e il primo singolo “Long Drag”) ma più spesso sottilmente malinconica. In quest’ultimo caso rifulge al meglio la sensibilità dei Math And Physics Club, capaci di catturare nell’arco dei canonici tre minuti un caleidoscopio di emozioni fragili (“We Didn’t Run From Anyone”) filtrato via via attraverso chitarre jangly (“That’s What Love Is”, deliziosamente contagiosa) e tocchi di gradevolissima retroguardia pop che non mancano di fare qualche tuffo negli anni ’60 (“Thank God I Met You”, “I Know It’s Over”), così riportando la barra di navigazione della band dalle parti delle originarie affinità con Belle And Sebastian e Lucksmiths.
Perché, in fondo, quella per il pop d’autore è molto più di un’opzione stilistica; è una naturale propensione senza tempo e aliena alle mode, che in “Our Hearts Beat Out Loud” Math And Psysics Club sanno alimentare con rinnovata, variopinta brillantezza.