NEIL HALSTEAD
Roma, Circolo degli Artisti
3 aprile 2014
Neil Halstead sbarca per la prima volta a Roma, nella veste di ultraquarantenne solista folk, con tanto di cappello di lana e barba incolta d’ordinanza, nell’imminenza dell’annunciata reunion degli Slowdive.
Gli ampi spazi del più grande club romano, le luci all’inizio troppo brillanti e la solitudine sul palco dell’artista con la sua chitarra potevano apparire premesse poco adatte al soffuso registro acustico di Halstead. Invece, presa ben presto confidenza con il luogo e con un pubblico di genuini appassionati della sua musica, il songwriter inglese ha sciorinato con piglio lieve e spesso (auto-)ironico un’ora abbondante di canzoni del suo periodo solista e pezzi dei Mojave 3, accomunate da timbro basso e delicato, sensibilità melodica e sentita essenzialità drake-iana.
La conclusione con “Alison” è stata un omaggio da brividi alle origini e una proiezione verso il prossimo futuro. Classe che non invecchia.