BRUNO SANFILIPPO – ClarOscuro
(ad21, 2014)
Nell’esile diaframma tra luce e ombra si colloca il nuovo lavoro di Bruno Sanfilippo. Per l’occasione, il pianista di origine argentina torna alla composizione solista per un album ideato in maniera interamente personale dopo numerose collaborazioni; lo fa mirando a coniugare l’espressività dei suoi paesaggi sonori di minimalismo pianistico con una altrettanto essenziale dimensione da camera. Le nove tracce di “ClarOscuro” vedono infatti un’alternanza tra pièce di piano solo e miniaturali sinfonie create da un piccolo ensemble che vi affianca il violoncello di Manuel del Fresno e il violino di Pere Bardagí.
Non è soltanto la dimensione condivisa e plurale a definire l’equilibrio compositivo del lavoro, frutto dell’evidente ricerca di una formula espressiva non solo risultante da una progressiva opera di sottrazione ma anche e soprattutto intesa alla creazione di suggestioni dagli spiccati contenuti descrittivi ed emozionali. È la transizione esplicita a un neoclassicismo organico, che si riveste di sfumature di delicato romanticismo, in particolare quando gli archi si librano ariosi (“Luciana”) o intessono sfondi di fragile quiete ambientale (“It Happens On The Ship”).
È tuttavia un’affascinante atmosfera umbratile a costituire la linea conduttrice dei cinquanta minuti di “ClarOscuro”, percepibile anche nei colori pastello diluiti nel binomio “Aquarelle sur papier” e “Aquarelle sur toile” ed esaltata con sensibilità cinematica nella conclusiva “Day By Day”, ispirato suggello di un disco che proprio nel suo perenne stato di liminale penombra rende emblematica la transizione di Sanfilippo dal solo minimalismo a un formato più articolato e, soprattutto, fortemente evocativo.
L’ha ribloggato su Grigiabot.