MALLEE SONGS – Natural Times
(Beko, 2015)
Da progetto individuale a vera e propria band, le canzoni dell’australiano Mike Skinner escono metaforicamente dall’originaria dimensione “da cameretta” di Mallee Songs, amplificando gli strumenti del proprio messaggio ma mantenendo fede al proprio carattere indipendente, che trova veicolo attento e nuovamente circoscritto nella micro-label francese Beko. “Natural Times” raccoglie dieci brani scritti da Skinner nell’ultimo triennio, quindi anche in un periodo anteriore rispetto al suo disco dello scorso anno “Gum Creek And Other Songs”, soltanto adesso eseguite da una band che annovera altri tre musicisti, tra i quali fondamentale è il contributo del batterista e produttore Pascal Babare.
Nella rinnovata formula, Mallee Songs si presenta quale band pop-rock a tutto tondo, impegnata a fornire alle canzoni di Skinner nerbo ritmico e ricchezza strumentale ma soprattutto una varietà di soluzioni in grado di modularne le canzoni secondo una pluralità di registri, tutti comunque caratterizzati da sensibilità melodica e da un’attitudine piacevolmente trasognata, animata da agrodolce levità indie-pop. È infatti l’indie-pop, inteso nell’accezione più ampia del termine, il terreno sul quale Skinner e soci si cimentano, declinandolo secondo un ventaglio di soluzioni che spazia da dolcezze acustiche dalla residua attitudine solitaria (“Bad Faith”, “Black Rocks”) a sbarazzine scorribande di chitarre effettate (“Water”), da brusche impennate elettriche (“A Warm Breeze” e la lunga coda acida di “Stolen Flowers”) a spunti di morbida, dilatata psichedelia (“Christmas ‘93”, “Minor Deaths”).
Che si tratti di affinità all’uggioso Dunedin Sound o al jangle-pop britannico, le canzoni di “Natural Times” appaiono, appunto, particolarmente spontanee nella loro semplicità di scrittura, alla quale il rinnovato più ampio contesto sonoro non toglie immediatezza, anzi conferisce una varietà di vivaci sfumature estive, appena velate di malinconia, come a ogni buon disco indie-pop si conviene.