ERIK NILSSON – Hearing Things
(Hidden Shoal, 2015)
Quella di Erik Nilsson è una via all’ambience acustica estremamente composita e diversa rispetto a tanti altri artisti impegnati sull’associazione di modulazioni elettroniche a un unico strumento prevalente.
L’artista svedese costruisce invece un vero e proprio universo su timbriche chitarristiche, ritmiche acustiche e occasionali note di pianoforte, sottoposte a filtraggi più o meno profondi.
Nel suo secondo lavoro solista, “Hearing Things”, questo processo trova esito in composizioni dagli spiccati tratti cinematico-descrittivi che, nel corso degli otto brani dell’album, dischiudono un ricco ventaglio di sensazioni.
L’esperienza di compositore di musica per film e documentari di Nilsson si percepisce nitidamente nei passaggi più prossimi al minimalismo neoclassico (in particolare nell’eterea “Mood Swings” e nella conclusiva “Drawing/Dreaming”), ma anche nelle avvolgenti stratificazioni di calde elongazioni di note chitarristiche (“Ex Nihilo”). Accanto a tale profilo di romantica decompressione, la personalità di Nilsson ne dimostra anche uno più dinamico, condensato in modulati crescendo da post-rock orchestrale (“On And Onward”) e in una densa congerie di saturazioni (“In One-Fifth Of A Second”) e fremiti sintetici a tratti anche molto pronunciati (“Moksha Can Wait”).
Anche in questa veste, diversa rispetto a quella più placida ma con essa perfettamente complementare, le composizioni dell’artista svedese mantengono un significativo contenuto emotivo, mostrando il suo approccio eterodosso a una materia sonora alla ricerca del punto di incontro tra il classicismo acustico e l’elettronica più esplicita.