TRIGG & GUSSET – Adagio For The Blue
(Preserved Sound, 2015)
Tra le infinite contaminazioni alle quali si presta un linguaggio musicale latamente ambientale, quella con il jazz non è senz’altro tra le più agevoli e, proprio per questo, sviluppate. Si tratta comunque del terreno di ricerca di Trigg & Gusset, duo olandese che aveva debuttato due anni fa con un lavoro incline all’improvvisazione free piuttosto che all’elaborazione atmosferica (“Legacy Of The Witty”, 2013). Direzione parzialmente diversa è assunta dal nuovo “Adagio For The Blue”, nel quale Bart Knol e Erik van Geer sono affiancati da una serie di altri musicisti, insieme ai quali danno forma a una sorta di ensemble da camera nel quale, accanto a fiati, archi e pianoforte, compaiono chitarre acustiche ed elettriche.
I dieci brani dei quali consta il lavoro sono dunque il frutto di un più articolato spettro strumentale, al quale si associano accurati accorgimenti compositivi, in un’integrazione talmente stretta tra ambientazione e filigrane jazzy da risultare in maniera naturale in un’autonoma sintesi espressiva. Lo si comprende fin dall’ambience cameristica dell’iniziale “Intimate”, che stabilisce il mood del lavoro, morbido e intriso di una lieve malinconia cinematica, espressa al meglio dalle vellutate armonie di “Rhododendron” e dai dialoghi tra pianoforte e archi di “The Vault” e “Promenade”.
Il calore delle timbriche jazzy, che pure innerva pressoché tutti i brani di “Adagio For The Blue”, è a tal punto un tutt’uno con le raffinate ambientazioni notturne del duo olandese, che solo un paio di occasioni se ne percepisce un’identità separata o comunque predominante rispetto al contesto (gli arabeschi di fiati di “Madagascar” e i sentori vagamente orientali di “Tortuga”).
Nel complesso, “Adagio For The Blue” rende in maniera equilibrata la sintesi tra linguaggi espressivi diversi, espandendo il camerismo jazz a loop e samples, come una volta era avvenuto col post-rock, in un’ibridazione ovattata e suggestiva.