MICHAEL KNIGHT – Physics Is Out To Get Me
(Jigsaw / Our House, 2015)
Quello propugnato da oltre due decenni, a intervalli saltuari, da parte di Richard Murphy attraverso il suo alter-ego Michael Knight non è un pop radicato nell’immediatezza del presente, né sufficientemente abboccato per palati i “indie”. Lo conferma appieno il suo ultimo “Physics Is Out To Get Me”, giunto sette anni dopo il più immediato predecessore, al culmine di un processo di scrittura e arrangiamento che ha distillato una sequenza di brevi cartoline di un pop lieve e solare, sottilmente trasognato e rifinito da arrangiamenti orchestrali.
Con i suoi tredici brani in poco meno di mezz’ora, il lavoro è una carrellata di spunti e riferimenti possibili, una corsa a perdifiato tra eleganza sixties e spensieratezza surf, condita da un approccio di disincantata ironia che solo un artista navigato può permettersi di praticare con una naturalezza che non a caso corrisponde a quella delle sue melodie. Murphy lo mette in pratica in una sequenza nella quale una sottile psichedelia beatlesiana cede il testimone alla vivacità e agli arrangiamenti dei primi Belle & Sebastian, mentre popsong di spensierata solarità scolorano senza cesure in ballate pianistiche dalle rifiniture bacharach-iane.
Niente si crea e niente si distrugge nell’inesauribile universo del pop, del quale “Physics Is Out To Get Me” offre un saggio di leggerezza, frutto di una classe adulta, insensibile al trascorrere del tempo.