VLIVM – Sailing Forever
(Discos de Kirlian, 2016)
Estetica, temi e riferimenti stilistici rimandano chiaramente ad altri tempi e altre latitudini, eppure non sono le strade uggiose dell’Inghilterra dei primi anni ’90, bensì le ramblas riscaldate dal sole mediterraneo a costituire il punto di partenza della proposta di un quartetto spagnolo, che a Barcellona ha trovato terreno fertile per la propria trasognata vena pop, che si sposa con la passione per tastiere e chitarre dagli effetti evanescenti.
La sigla prescelta dai quattro ragazzi originaria di Tortosa non è affatto criptica, ma non per questo nasconde ambientazioni sonore sonnolente, anzi identifica nel loro debutto sulla lunga distanza “Sailing Forever” una raccolta di otto brani vivaci e dai contorni vagamente stranianti, che si muovono su quella sottile linea (a)temporale che potrebbe unire il culto della Sarah Records alla recente riscoperta pop-wave della Captured Tracks.
Tutto è soffice e piacevolmente indefinito nell’agile mezz’ora di “Sailing Forever”, frutto di un’immediatezza non solo propria delle canzoni dei VLIVM, bensì connaturata a quella di registrazioni che hanno avuto luogo nel corso di appena tre giorni. La freschezza del lavoro non ne contraddice la cura dei sinuosi strati di chitarre e tastiere, che sostengono le ariose melodie distillate dal lieve timbro vocale di Nacho Romero. Nascono così canzoni scorrevoli e discrete, appena più decise e uptempo quando sostenute da riverberi granulosi o da languori jangly (“Looking For A Day”, “New Days”, “Youth”) e dotate di una consistenza liquida e sognante nei passaggi di più sfumata decompressione (“Cry”, “Window”), che pure nel finale sfociano in qualche eccesso sintetico (“Love”).
“Sailing Forever” rappresenta comunque degnamente al tempo stesso l’essenza fugace dell’indie-pop al quale non nasconde di rifarsi e il “qui e ora” di una sua declinazione presente frutto di passione autentica e buona sensibilità realizzativa.