HIDDEN LAND – Perspectives
(Volkoren, 2019)
C’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, nel quale erano parecchio diffuse le ambientazioni vaporose e sognanti di canzoni dai contorni dal fascino indefinito, sulla scia di band quali Sigur Rós o The White Birch. Era la risposta, eterea e delicata, al vigore delle chitarre roboanti, di un “rock” che stava cedendo il passo a qualcosa di molto più vario e labile dal punto di vista definitorio. A quella temperie espressiva riporta facilmente, oggi, il debutto del duo transoceanico formato dal cantautore svedese Johan Lager (Wilhelm) e dal musicista californiano Myles O’Mainnian, che nella residenza di quest’ultimo hanno registrato le undici tracce che formano “Perspectives”.
Il lavoro è intriso di sensazioni nordiche di agrodolce malinconia e romanticismo, amplificate dal piccolo ensemble di archi, fiati e percussioni che affianca stabilmente il duo. Benché non manchino passaggi dalle aperture armoniche ariose e “cinematiche”, a cominciare dall’intenso singolo “Remind Me”, Lager e O’Mainnian non indulgono troppo sugli aspetti di più immediata suggestione dei loro brani, privilegiando da un lato una fluida scrittura armonica incentrata su compunte partiture pianistiche e dall’altro una concisione nella scrittura dei brani che tende a depotenziarne il climax piuttosto che a enfatizzarlo.
Il medesimo risultato è conseguito attraverso un accurato dosaggio di tempi e texture sonore, che anziché proporre progressioni armoniche lascia intenzionalmente spazi vuoti e iterazioni di note. Sono questi elementi a discostare “Perspectives” dalla mera emulazione di modelli comunque ben riconoscibili, le cui atmosfere rarefatte è un piacere ritrovare nella naturalezza di due musicisti sensibili e dalle pronunciate doti evocative.