TESS SAID SO – Piaf’s Girlfriend
(Preserved Sound, 2019)
Al terzo album, il sodalizio tra le partiture pianistiche di Rasa Daukus e le ritmiche di Will Larsen sembra a primo contatto prediligere la cristallina semplicità delle prime alle intricate trame delle seconde. Eppure, vi è qualcosa di ben più complesso sotteso alle dodici concise tracce di “Piaf’s Boyfriend”, qualcosa connesso con la loro genesi descrittiva e con le spettrali sospensioni che ne scandiscono le rilucenti armonie in minore.
Dagli aspetti esplicitamente dinamici, l’attenzione del duo australiano sembra essersi spostata a una sorta di “hauntologia” neoclassica, attraverso la quale far rivivere luoghi, ricordi e sensazioni. Non si pensi dunque ad alcuna “normalizzazione” dell’approccio eterodosso di Tess Said So, che combina l’aggraziato rigore del minimalismo da camera con la creatività estemporanea del jazz, poiché l’estrema cura dei due musicisti nel dosare tempi e timbriche continua a manifestarsi nei languori polverosi di immagini in dissolvenza accennate da compunte melodie pianistiche e da altrettanto sfumate vibrazioni acustiche.
Nella sola “West Of The Sun” percussioni marcate tornano a occupare il centro della scena, ma si tratta solo di una breve divagazione rispetto a un lavoro invece dominato dai toni smorzati di bozzetti dal pathos sospeso in una fioca, delicata penombra.