BELL MONKS
Watching The Snow Fall
(Wayside And Woodland, 2024)

Non poteva trovare collocazione più adeguata di quella dell’etichetta di Ben Holton e Rob Glover (epic45) la pubblicazione dell’album del duo del Winsconsin formato da Jeff Herriott ed Eric Sheffield, che non a caso proietta idealmente sui grandi spazi delle praterie americane le suggestioni bucoliche degli Hood più dilatati o degli stessi epic45.

La connessione spirituale è evidente fin dal titolo del lavoro, che ne fotografa alla perfezione il contenuto contemplativo e dolcemente malinconico e l’ambientazione in sommesse atmosfere invernali. Attitudine e sonorità dei sette brani raccolti in “Watching The Snow Fall” rispecchiano fedelmente le immagini suggerite dai loro titoli e da quelli dell’album, pennellate attraverso caldi riverberi chitarristici e rade cadenze ritmiche, sulle quali si innesta con gentilezza un cantato dagli uniformi toni confidenziali, che racconta di solitudine e calore domestico, di fenomeni atmosferici e scorci paesaggistici.

Il microcosmo sonoro ed emotivo dei Bell Monks rimanda a scenari di placida introspezione, a camminate solitari tra prati sconfinati, specchiandosi solo tra i propri pensieri, scanditi da soffici arpeggi e sparsi battiti elettronici o diluiti in risonanze sintetiche e carezzevoli riverberi chitarristici, che in un solo passaggio (“On The Ice”) si avvitano in un pur controllato crescendo. Toni e luci dell’intero lavoro restano altrimenti in prevalenza fortemente sfumati, come nell’attesa di un qualcosa di non ancora compiuto, indulgendo nella descrizione di spazi liminari e sensazioni impalpabili (“Can You Feel The Wind?”, “Before Dawn”) quali balsami per un’inquietudine latente, filtrata dalla contemplazione naturale.

Eppure, nonostante il proprio pronunciato substrato di paesaggismo sonoro, “Watching The Snow Fall” non indulge soltanto a un’ambience rarefatta e sonnolenta, in quanto Herriott e Sheffield vi costruiscono intorno canzoni intrise di umbratile narcolessia, ricamate da melodie al rallentatore e a tratti rifinite da soluzioni sonore sorprendenti (i filtraggi vocali e i battiti di “I Want It To Snow”) e arrangiamenti vellutati (la dolente tromba di “Keep The Sunlight Out”). La combinazione e successione di vari elementi conduce infine a una dimensione complessivamente più affine alle sospensioni slowcore dei Savoy Grand, immerse in un contesto bucolico del quale cogliere le tiepide sfumature e le sensazioni più introspettive. “Watching The Snow Fall” è un lavoro all’insegna di un’introversione meditativa, proiettata nella stasi invernale che suscita la riflessione, al riparo dalle intemperie esterne, assaporando il calore domestico e quello dei sentimenti più pazienti e profondi.

https://www.bellmonks.com/

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