alpaca_sports_sealed_with_a_kissALPACA SPORTS – Sealed With A Kiss
(Luxury, 2014)

L’aria frizzante della primavera, i colori pastello, il sapore di una caramella alla fragola, la dolce malinconia e la spensieratezza degli amori adolescenziali: c’è proprio tutto l’immaginario indie-pop nell’atteso debutto degli svedesi Alpaca Sports guidati da Andreas Jonsson, che già da un paio d’anni a questa parte avevano dispensato leccornie in forma di canzoncine racchiuse in una serie di singoli perfettamente radiofonici.

“Sealed With A Kiss” (tanto per non smentire i punti di riferimento estetici…) è, di fatto, poco più che una raccolta di quei singoli, con l’aggiunta di appena qualche brano inedito. Al di là di tale dato, che pure farà la gioia dei pionieristici cultori della band, sarebbe forse stato lecito attendersi qualcosa di più viste le credenziali di Jonsson e soci, che avevano già messo in mostra credenziali in grado di candidarli a credibili eredi della tradizione pop scandinava (dagli Acid House Kings ai Sambassadeur) ma con più di un occhio rivolto agli ariosi arrangiamenti dei Belle & Sebastian.

Tutto è fin troppo perfetto nelle dieci canzoni di “Sealed With A Kiss”, a partire dalla durata media che spacca i tre minuti, tanto da finire per diventare irreale, poco credibile: è vero che l’indie-pop è evasione, ma le stesse storie di fughe adolescenziali, baci vagheggiati e attese di telefonate, raccontate con coretti zuccherini e brillanti uptempo, innalzano pericolosamente il tasso glicemico anche in ragione dei ricorrenti arpeggi chitarristici e di tastiere strimpellate con ostentata disinvoltura. È l’essenza del twee-pop, del resto, peraltro riassunta in più di una piccola rappresentazione della popsong ideale (“She’ll Come Back For Indian Summer”, “You And Me”, “I Was Running”), le cui tinte delicate rischiano tuttavia di svanire rapidamente sotto le prime gocce di uno scroscio primaverile.

Scivola così via, “Sealed With A Kiss”, lasciandosi canticchiare con noncuranza per pochi minuti nei quali ci si può ancora illudere di vivere in una perenne atmosfera primaverile. Tutto bello, se non fosse che a fine disco il mondo ideale vagheggiato dagli Alpaca Sports può essere percorso da una rapida nuvola, a ricordare che il confine tra scorrevole ed effimero, tra dolce e stucchevole può essere a volte troppo labile.

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