HYDRAS DREAM – The Little Match Girl
(Denovali, 2014)
L’incontro tra la cantautrice e pianista svedese Anna Von Hausswolff e il connazionale compositore di colonne sonore Matti Bye è avvenuto nel contesto freddo e buio dell’inverno nordico, contesto ideale affinché i due artisti potessero dare spontaneo sfogo a storie e suggestioni sospese tra sogno e realtà. Non a caso le denominazione del loro progetto comune rimanda alla mitologia, mentre il titolo del disco è quello della fiaba della piccola fiammiferaia, la cui storia di freddo e di stenti costituisce il filo conduttore del lavoro, insieme al senso di malinconia e bellezza creato dai loro improvvisati intrecci di melodie e texture stratificate.
La vocazione oscura della Von Hausswolff, di recente palesata nel suo ultimo lavoro solista “Ceremony”, trova nella traccia concettuale di “The Little Match Girl” e nelle orchestrazioni di Bye contesto in grado di enfatizzarne le caratteristiche evocative, nell’occasione quasi del tutto liberate dagli schemi della scrittura in favore di un approccio sostanzialmente ambientale, dalle marcate componenti descrittive.
Nelle nove tracce di “The Little Match Girl”, intricate trame immaginarie prevalgono infatti di gran lunga su frammenti vocali, peraltro quasi sempre destrutturati e ridotti ad elementi di enfasi atmosferica di paesaggi sonori aventi quale comune denominatore un tenebroso senso di sofferenza e dramma latente.
Eppure, se si eccettuano la stridente torsione sintetica di “Losing The Slippers” e le tensioni generate da elongazioni d’archi di “The Joys Of A New Year”, il tono del lavoro permane comunque lieve e arioso nei numerosi scorci cinematici (su tutti la title track e “Hypothermia”), che sfociano persino in accenni romantici nel breve interludio “Fall Of A Star”, rifinito da delicate note acustiche, e nella conclusiva “The End”, elegia orchestrale in crescendo per gli ideali titoli di coda del lavoro.
“The Little Match Girl” appare così il frutto di un equilibrato sincretismo tra l’impressionismo compositivo di Bye e l’evocativa espressività della Von Hausswolff, entrambi qui reciprocamente messi in grado di esplicare tutta la spontaneità di un’ispirazione che nelle tenebre invernali ha trovato confortevole manifestazione.