OFFTHESKY – Light Loss
(Dronarivm, 2015)
Il buio e il silenzio endemicamente connaturati a un inverno nordico costituiscono la traccia ispiratrice di “Light Loss”, ultimo stadio della ricerca sonora di Jason Corder, artefice da ormai da oltre dieci anni di una lunga serie di produzioni collaborative e individuali sotto l’alias offthesky. Anche nella descrizione dell’ineluttabile smarrimento della luce di “Light Loss” l’artista del Colorado è affiancato da un piccolo ensemble di musicisti, che amplificano con il loro contributo nel senso di un’orchestralità sempre più spettrale e rumorosa gli orizzonti del percorso espressivo di Corder, che è andato via via ispessendo la consistenza della materia elettro-acustica da lui plasmata.
L’ora scarsa di durata del lavoro, ripartita in cinque lunghe tracce, conferma plasticamente tale tendenza, sviluppata nella duplice direzione della creazione di inquiete visioni ambientali e della costruzione di ottundenti coltri di rumore. La stasi silente e immota della stagione declinante verso l’oscurità apre il lavoro nell’emblematica “Mouthful Of Silence”, le cui basse frequenze implodono verso fragorose coltri distorsive, mentre un camerismo obliquo e stridente permea i due passaggi più visionari e relativamente placidi, “Dream Coma” e “If We Were A Lake”, nel quale ultimo si scorgono ancora i tratti di un’ambience liquida, seppur resa allucinata dagli stridori del violino e da vocalizzi incorporei, appena percepibili.
Il passaggio più rappresentativo del momento creativo di Corder è comunque quello finale, che coincide non a caso con la title track, una sinfonia di ventun minuti che muove da spettrali risonanze e pesanti filtraggi di suoni acustici (pianoforte, sax) per poi elevarsi in una parete di rumore, segnata da minute detonazioni ritmiche, che segnano l’esito non più reversibile di un viaggio tra angosciose tenebre ambient-noise.
music won't save you 