GLACIS – Lost Again On Waking
(mini50, 2011)

L’Ep digitale “Lost Again On Waking”, che segna il debutto dello scozzese Euan McMeeken – responsabile dell’etichetta mini50 – sotto l’alias Glacis, non è una semplice raccolta di saggi di minimalismo ambientale basato sul pianoforte. È invece un esperimento nel quale musica e immagini fondono i rispettivi linguaggi per descrivere momenti che, una volta catturati dall’obiettivo o riempiti dalle note, restano sospesi in uno scrigno atemporale, in sé immutabile ma passibile di suggerire un ricco ventaglio di suggestioni.

Le quattro tracce di “Lost Again On Waking”, alle quali si aggiunge completate un remix ad opera di Paul Elam aka Filedhead, sono state composte ciascuna con riferimento ad altrettante immagini realizzate dalla fotografa finlandese Heidi Kuisma, delle quali recano altresì il titolo originale accanto a quello delle composizioni che vi sono dedicate.
L’ambience pianistica scarna e cadenzata creata da McMeeken rende al tempo stesso la fuggevolezza delle istantanee impresse sulla pellicola e la persistenza emozionale delle memorie ad esse legate. Evanescenza e durevolezza coesistono a mezz’aria tra gli echi prolungati dell’iniziale “The Forgotten Time” e il romanticismo fiorito di “Maybe You Will Find Me”, che diventa ben presto austero lungo i sofferti otto minuti della successiva “We Walk Long Distances Through Silent Sleep”.

Fin qui si direbbe una riuscitissima “colonna sonora per immagini”, collocabile nell’alveo di un neoclassicismo pianistico rifinito da ovattate ambientazioni atmosferiche e completato a tratti dagli eleganti movimenti d’archetto di James Scott (Conquering Animal Sound). Sulla notturna melodia pianistica della quarta traccia, “You Can Still Be Beautiful”, ecco invece affacciarsi il cantato soffice di McMeeken, che libera l’endemica malinconia percepita già durante tutto il lavoro, trasformando il brano in una commossa ballata al rallentatore di un’intensità degna dei migliori Savoy Grand.

Così, col fiato ancora sospeso per l’inaspettato esito di un lavoro essenziale e già di per sé denso di autentica emozione, scolorano le ultime note del pianoforte di McMeeken, artista che si candida con decisione tra i più sensibili interpreti del minimalismo neoclassico ambientale.
Da non perdere.

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