SEBASTIAN PLANO – Impetus
(Denovali, 2013)
Pur avendo ampliato a dismisura l’arco espressivo coperto dalle sue ormai copiose produzioni, la tedesca Denovali torna di tanto in tanto a solcare gli originari terreni del neoclassicismo ambientale e, nell’occasione, lo fa non lasciandosi sfuggire il talento di Sebastian Plano, compositore argentino del quale in contemporanea ristampa il debutto “Arrhythmical Part Of Hearts” e pubblica il secondo lavoro “Impetus”.
La formazione classica e l’origine sudamericana si percepiscono con gradazioni diverse nelle nove composizioni del lavoro, incentrate in misura prevalente su note pianistiche fluide e brillanti, intorno alle quali gravita un universo di minute sospensioni elettroniche, solo saltuariamente concretizzate in saturazioni droniche ovvero in screziature ritmiche. Sono invece gli archi e la più pronunciata presenza di strumenti acustici in generale a plasmare il profilo di “Impetus” nel senso di un classicismo filmico, che spazia da passaggi di minimale intimismo a paesaggi sonori sterminati e avvolgenti. Ne risulta un immaginario emotivo delicato e romantico, la cui sottile malinconia è alleviata da un generalizzato senso di leggerezza nella scrittura e in interpretazioni che sembrano essere state eseguite in punta di dita.
Restano evidenti le affinità con i vari Max Richter, Nils Frahm e Ólafur Arnalds, che depotenziano in parte l’impatto suggestivo della proposta artistica di Plano, che in “Impetus” consegue un risultato di indubbia eleganza e perfezione formale, denotando tuttavia ancora una certa timidezza nel solo accennato sviluppo di variazioni quali quelle in vago odor di tango della title track iniziale e di “Angels”. Al di là di tale connotato (più o meno) esotico e del suo contrasto con i marcati momenti di apertura sintetica del lavoro, la declinazione latinoamericana della modern classical offerta da Sebastian Plano non devia in maniera significativa da analoghe esperienze europee, ma dischiude senz’altro nuovi mondi a un ambito espressivo che solo attraverso ulteriori interazioni stilistico-culturali può essere in grado di ampliare i propri confini.