DELAY TREES – Readymade
(Soliti, 2014)
Conterranei e colleghi d’etichetta dei Cats On Fire, nel corso di due album e altrettanti Ep i Delay Trees hanno sviluppato le componenti più sognanti e sottilmente psichedeliche di quell’indie-pop che ormai, dopo la Svezia, è sempre più diffusamente radicato anche nella loro Finlandia.
“Readymade”, terzo lavoro sulla lunga distanza del quartetto di Helsinki, ne conferma la vocazione a canzoni dai contorni sfumati, alimentati da morbide coltri di chitarre e tastiere, nonché dal cantato trasognato di Rami Vierula. Eppure, le melodie dei Delay Trees si dimostrano sempre scorrevoli e sbarazzine, rivestendosi di volta in volta di elementi e suggestioni diverse, pur in una coerente linea di continuità nella quale andature brillanti scolorano in languori jangly e residue pulsazioni sintetiche vengono distillate in orbite sognanti e dilatate.
Non sembra infatti un caso che alle otto canzoni dell’album sia anteposta una breve intro sostanzialmente ambientale, visto che un ovattato alone stellare ne circonda tanto i passaggi di maggior impatto, nei quali le chitarre sospingono melodie e ritmiche nettamente definite (“Fireworks”, “Perfect Heartache”), quanto quelli più rarefatti di brani che paiono gettare un ponte tra l’incedere pop obliquo dei Real Estate (“Sister”) e sinuosi vapori dreamy ancora più pronunciati (“Woods”, “Big Sleep”).
La variopinta galleria racchiusa in “Readymade” appare così una sintesi della vivacità delle declinazioni indie-pop offerte dalla scena finlandese, che nei Delay Trees conferma di aver trovato degli interpreti degni e ispirati.