NEW BUMS – Voices In A Rented Room
(Drag City, 2014)
Due chitarristi dediti a tracciare visionarie parabole psichedeliche, in libera uscita dai rispettivi progetti principali, uniscono le forze non per accrescere o completare vicendevolmente il proprio abituale registro espressivo, bensì per ritrovare in una dimensione singolare e condivisa la primigenia essenzialità di un folk acustico spogliato da qualsiasi orpello.
Questa la formula di New Bums, duo che sancisce l’incontro tra Ben Chasny dei Six Organs Of Admittance e Donovan Quinn degli Skygreen Leopards: smentendo ogni possibile aspettativa desumibile dai percorsi dei due artisti, il loro “Voices In A Rented Room” è un album semplice, classico, fatto di canzoni. Deposti effetti e torsioni acide, Chasny e Quinn si concentrano sulle loro doti di fingerpicker, anche in questo caso non per delineare soliloqui di afasico virtuosismo ma costruendo una galleria di dodici concise ballate desertiche, il cui alone psych è tutt’al più confinato in un’attitudine di fondo, ridotta all’osso di echi, sospensioni o semplici gemiti delle note acustiche.
Fin dall’iniziale “Black Bough” i due palesano l’universo sonoro pennellato dall’interpretazione narcolettica di Quinn e dagli arpeggi di Chasny, ben riconoscibili anche se nell’occasione colti in divagazioni piuttosto rilassate. Sulla medesima falsariga si muove un po’ tutto il lavoro, che omaggia con una cover “Thicker Than A Smokey” di Gary Higgin, quasi a emblema dell’atemporalità di canzoni country-folk adagiate su un affascinante velo di polvere.
Il respiro antico di tutti i brani, mitigato appena da saltuarie percussioni e da appunti di slide o armonica, ammanta di sé paesaggi acustici ariosi, sui quali è quasi sorprendente ritrovare canzoni compiute, costruite con semplice naturalezza (su tutte, meritano una citazione “Your Girlfriend Might Be A Cop”, “The Killers And Me” e la conclusiva “Cool Daughter”).
La sostanziale uniformità di registro di “Voices In A Rented Room” non disperde tuttavia la valenza di un lavoro svolto secondo modalità ben diverse da quanto si sarebbe potuto attendere dato il profilo dei due artisti che lo hanno realizzato, in un momento di disimpegno dai contorni vagamente alcoolici, nel quale hanno comunque dimostrato di essere in grado di lavorare per sottrazione e di scrivere scheletriche ballate folk senza tempo.