rew_olive_skinned_silver_tongued_siren_sings_swan_songsREW<< – Olive Skinned, Silver Tongued Siren Sings Swan Songs
(Hideen Shoal, 2015)

L’attitudine a combinare stili e linguaggi musicali diversi è insita nella biografia personale e artistica di Ryan E. Weber, nel cui curriculum compaiono collaborazioni con band e artisti quali Shearwater, Owen, Decibully e Dirty Projectors, condotte da vari angoli del mondo. Da qualche tempo Weber è, anche metaforicamente, “tornato a casa”, nel suo Michigan e alla guida di un progetto solista, REW<<, nel quale condensa appunto le sue tante esperienze e una personalità tanto versatile quanto sfuggente a inquadramenti univoci.

Il suo secondo album solista, “Olive Skinned, Silver Tongued Siren Sings Swan Songs”, conferma le attitudini di Weber a un funambolismo sonoro che trova tuttavia i propri cardini nello spirito pop e nella densità di suoni a prevalenza sintetica, sognanti e vagamente acidi. Nella mezz’ora del lavoro Weber muove infatti quasi sempre dalle tastiere per creare scenari sci-fi, che quando le ritmiche si fanno più pronunciate lambiscono addirittura matrici electro: eppure, nelle sue corde vi è anche il gusto per soluzioni d’arrangiamento latamente “orchestrali” (quanto meno nel senso del Patrick Watson dell’ultimo “Love Songs For Robots”) e persino per gentili armonie acustiche, come quelle che aprono a sorpresa“The Distance From Vultures”.

Le agili orchestrazioni di Weber e una scrittura melodica lineare nella sua assenza di continuità sonora completano poi la breve sequenza di canzoni del suo secondo album, esempio evidente delle trasformazioni della post-modernità pop.

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