TATSURO KOJIMA – Refraction And Reflection
(Audiobulb, 2015)
L’origine nipponica è palese nella musica di Tatsuro Kojima ancor prima che se ne legga il nome dell’autore: la delicatezza nella giustapposizione degli elementi e le continue screziature elettro-acustiche riportano infatti a un’estetica estremamente definita e riconoscibile, che negli ultimi vent’anni ha accomunato diversi compositori giapponesi, da Kazumasa Hashimoto al compianto Susumu Yokota.
Kojima aggiunge tuttavia qualcosa di proprio nelle undici miniature raccolte in “Refraction And Reflection”: non solo il continuo gioco di specchi, anch’esso manifesto fin dal titolo, che rimodula senza soste frequenze, field recordings e schegge acustiche, ma un approccio impressionistico mutuato dalle arti visive.
I suoi brani appaiono infatti il frutto di una progressiva stratificazione di pennellate policrome che, una dopo l’altra, producono un’immagine la cui formazione è dato osservare in fieri secondo durate più o meno lunghe, da frammenti di due-tre minuti al quarto d’ora della conclusiva elegia di drone granulosi “Fish-Eye”. Tale tecnica è applicata tanto ai brillanti incastri tra fonti sintetiche e processate, ricorrenti nella prima parte del lavoro, quanto a texture ambientali di avvolgente uniformità (“Surface Of The Light”, “Owari Ni”) e a sorprendenti stille di pianoforte (“Yuki No Ato (28/11 9 A.M.)”, “Kokoro / Asu Wa Yoi Hi”).
La tavolozza di Kojima regala così sfaccettati caleidoscopi e dense monocromie, da cogliere entrambe nella loro trama irregolare e vissuta, distillata da un non convenzionale approccio al paesaggismo elettro-acustico.