THE WINTERHOUSE – Slow Awakening
(Data Obscura, 2015)
Sesta tappa delle immersioni nelle profondità ambientali di Anthony Paul Kerby e Robert Davies, “Slow Awakening” è un nuovo viaggio di un’ora tra frequenze appena sopra il limite della percezione e soffi che provengono da recessi imperscrutabili. Nonostante il duo continui a lavorare su iterazioni tonali in lento movimento che, come tali, richiedono una lunga durata, i cinque brani di “Slow Awakening” sono quanto di più morbido e, in un certo senso, accessibile sia stato finora pubblicato a nome The Winterhouse.
Per almeno metà del lavoro, infatti, la densa materia plasmata da Kerby e Davies assume la consistenza impalpabile di vapori aurorali che, come non mai, sono promessa di visioni celestiali: in tal senso, la title track e l’apertura “Following The Path” dischiudono sotterranee pulsioni dark-ambient alla luce di paesaggi sonori sconfinati. Le ombre tornano a manifestarsi nella parte finale del lavoro, sotto forma dei gorghi intricati di “We Don’t Know” e delle risonanze subliminali di “Nocturnal Memories”.
Anche qui, tuttavia, il tocco del duo appare lieve e dotato di un pur distante contenuto organico, che concreta la perenne antinomia tra chiarore e tenebre, riassunta in cinque movimenti di inebrianti visioni ambientali.