NOORDWIIJK – Sailor Boy II
(Jeunesse Cosmique, 2015)
Il profondo nord descritto in “Sailor Boy II” non è contemplativo né suggerisce incantate visioni naturalistiche; è invece un nord avventuroso e inclemente quello ipostatizzato a alias del nuovo progetto artistico di Jérémie Jones, navigato musicista canadese che in Noordwiijk ha deciso di dedicarsi con decisione alla ricerca del punto di incontro tra uomo e natura, tra linguaggi acustici ed elettronici.
“Sailor Boy II” è ispirato da un’avventura tra i freddi flutti dell’Atlantico settentrionale risalente alla metà del secolo scorso, della quale, piuttosto che l’aspetto romantico, è colto quello più aspro e angoscioso, veicolato da una mole di frequenze sature e field recordings.
C’è il canto stridente delle sirene (“The Silence Of The Sirens”), segnali radio disturbati (“Chadburn Transmissions”) e sferzate di gelido vento artico (“Silver Fox”, “Eels”) lungo le dieci tracce del lavoro, la cui sola parte finale (le decompressioni di “Mademoiselle” e l’afflato di commosso romanticismo della conclusiva “Last Memories”) accede a una dimensione di ambience modulata, dai distanti echi orchestrali.
La registrazione del lavoro in una varietà di ristretti ambienti sonori alimenta il senso di solitaria tensione promanante dai brani di Jones, che in “Sailor Boy II” ha condensato l’avventurosa colonna sonora di un orizzonte sottile tra cielo e oceano, tra matrici sonore acustiche e filtraggi elettronici.
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