postal_blue_of_love_and_other_affectionsPOSTAL BLUE – Of Love And Other Affections
(Jigsaw, 2015)*

La storia d(e)i Postal Blue viene da lontano, e non solo perché l’ormai unico titolare della sigla Adriano do Couto proviene da Brasilia. Adriano è l’ultimo superstite di quella che era iniziata come una band alla fine degli anni ’90, pubblicando un paio di Ep e un album, “International Breeze” (2004), ben presto assurto a culto indie-pop, senz’altro un po’ per l’origine inedita ed esotica di simile proposta musicale, ma anche e soprattutto per la capacità della band di spaziare tra linguaggi pop reminiscenti tanto i classici sixties quanto gli anni ’80 degli Smiths e, poi, della Sarah Records.

Undici anni dopo l’unico album, e sulla scia di un paio di singoli che segnavano la nuova dimensione solitaria del progetto, Adriano do Couto riporta l’alias Postal Blue sulla copertina di un lavoro sulla lunga distanza, una raccolta di dieci canzoni dalle melodie agili, caratterizzate da sonorità e tematiche, perfettamente coerenti con la tipica estetica indie-pop, a partire dal titolo dell’album.

Poco conta che di “Of Love And Other Affections” sia stato scritto in Brasile piuttosto che sulle strade umide di Glasgow, il lessico indie-pop dispiega tutta la propria universalità in una sequenza di canzoni intrise di agrodolci malinconie e di una passione genuina per la musica e le storie da essa veicolate. Fin dall’apertura “Bitterness Is Sweet”, il lavoro si colloca sui binari di sbarazzina nostalgia pop, tutta lirismo e chitarrine jangly, con una naturalezza che traspare dalla fluidità di scrittura del cantante e chitarrista brasiliano, che, incurante di mode o revival, dopo oltre quindici anni di pur saltuaria attività musicale torna a dispiegare la sua sensibilità artistica semplicemente nel modo a lui più congeniale.

Lo si percepisce nelle coinvolgenti melodie di tutti i brani, oltre che in una varietà di soluzioni e possibili riferimenti che attestano l’autentica cultura musicale sottostante all’inclinazione pop dell’artista brasiliano. Così, in poco più di mezz’ora, il lavoro si svolge in un’agile galleria di saggi di lirismo smith-siano (“On And On”, “One Day”) e interazioni tra tastiere liquide e chitarre che comparirebbero con piena dignità nel catalogo della Sarah Records (“I Always Knew” e la più torbida e sferragliante “If You’re So Different”). Il cuore pulsante di “Of Love And Other Affections” resta comunque quello espresso nello scorrevole jangle di perfette popsong quali “Shape Of Your Life” e “The Last Goodbye” e nella sorprendente “Still Blue”, che anche nel soffice timbro vocale di do Couto torna a materializzare la magia umbratile dei Pale Saints di Ian Masters nel loro formato più pop.

Queste e altre piccole gemme di un indie-pop che non conosce confini spaziali né temporali popolano un piccolo album animato da grande passione, ricco di canzoni che non cambieranno il mondo né il corso della musica ma adempiono appieno alla loro canonica missione di rendere dolcemente spensierati sentimenti profondamente umani, che prescindono da clima e latitudini.

*disco della settimana dal 16 al 22 novembre 2015



http://www.postalblue.net/

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