PALMS ON FIRE – Where Are The Grey Clouds Going?
(Shelflife, 2016)
Non è più una novità che desti sorpresa la provenienza dalla Russia di proposte musicali coerenti con la recente riscoperta del pop chitarristico e della wave a cavallo degli ultimi due decenni del secolo scorso. I Palms On Fire ne sono anzi stati in qualche misura antesignani, visto che tra singoli ed Ep sono attivi ormai da sette anni; solo adesso giungono però al debutto sulla lunga distanza, da poco licenziato in formato digitale dall’etichetta specializzata Shelflife, che non a caso aveva già tenuto a battesimo il connazionale progetto Talking Bush.
Fin dalla copertina, “Where Are The Grey Clouds Going?” rimanda esplicitamente all’estetica di band indie-pop o shoegaze di un quarto di secolo addietro, indizio peraltro non smentito dal suo contenuto, che vede il quartetto russo districarsi con naturalezza tra chitarre jangly e ritmiche vivaci, combinate con le zuccherine melodie della cantante Anna Kislova.
È anche l’associazione di una dolce voce femminile a chitarre che per ampi tratti assumono contorni più robusti e concreti a suscitare affinità con recenti girl-pop-band, nonostante il tono complessivo delle canzoni dei Palms On Fire sia piuttosto incline a una leggerezza agrodolce, percepibile persino tra le righe dei brani dall’impronta elettrica più decisa (“Rebels Heart”, “Cars”, “Life Is Not A Chase”).
Le leggiadre linee melodiche della band russa, sorprendentemente solari in brani quali l’iniziale “Sword And Shield” e “Miracle”, rivelano appieno la loro nostalgica essenza indie-pop in contesti strumentali piacevolmente indefiniti, quando le chitarre si fanno languide e le interpretazioni della Kislova al tempo stesso carezzevoli e sbarazzine. Prendono così forma piccoli gioielli in forma di popsong, quali “Sun Creatures”, “Golden Kid” e la conclusiva title track, testimonianze deliziose della perdurante vitalità dei germi dell’indie-pop, capaci di attecchire in tempi e luoghi fortunatamente non più impensabili.