STIJN HÜWELS – Six Pieces For Guitar
(Matter, 2016)
Le nuove sei pièce del chitarrista belga Stijn Hüwels sono il frutto di un graduale processo di elaborazione, intrapreso ancora prima della pubblicazione del suo precedente lavoro su cassetta (“If You Remember Me Then I Don’t Care If Everyone Else Forgets”, 2014). Quel processo, prima rinviato e quindi accuratamente sviluppato, trova ora epilogo nelle “Six Pieces For Guitar” prive di titolo, presentate in una duplice edizione limitata, una delle quali include un 7” che contiene altri due brani.
I cardini espressivi di Hüwels permangono l’elaborazione di loop ed effetti e l’occasionale inserimento di field recordings che contribuiscono a dotare le sue composizioni dei contorni di un fragile paesaggismo sonoro. Soffici riverberi e modulazioni incorporei definiscono i contorni di tutti i sei brani, nei quali le timbriche chitarristiche diluiscono la loro stessa essenza in un’ambience nebbiosa che, partendo da premesse affini, ad esempio, a quelle di Wil Bolton, perviene a esiti “orchestrali” come quelli degli Stars Of The Lid.
La sostanziale concisione delle vignette sonore dell’artista belga (con l’eccezione della sola quinta traccia, le altre si attestano tra i quattro e i cinque minuti) e il suo certosino dosaggio di ariose elongazioni armoniche modellano i brani secondo una varietà di sensazioni, che spaziano da decompressioni sognanti a evanescenze spettrali, sempre comunque all’insegna della sublimazione ipnotica di finissimi drone chitarristici.
music won't save you 