WILD NOTHING – Life Of Pause
(Captured Tracks / Bella Union, 2016)
Al terzo disco, dopo lo splendido debutto all’insegna di una casalinga passione wave “Gemini” (2010) e le più recenti derive verso il synth-pop di “Nocturne” (2012), Jack Tatum non vuole correre il rischio di restate ingabbiato in un revivalismo dal fiato inevitabilmente corto. Per la nuova tappa dei suoi Wild Nothing il chitarrista della Virginia ha così deciso di sparigliare la fisionomia della propria musica, a cominciare dai ricorrenti riferimenti alla wave oscura e allo shoegaze sognante degli anni ’80.
L’orizzonte temporale non muta in maniera significativa in “Life Of Pause”, lavoro articolato, realizzato tra Svezia e California, dove Tatum ha lavorato al fianco del produttore Thom Monahan (Devendra Banhart, Beachwood Sparks) e supportato da una band composta tra gli altri dal batterista John Ericsson (Peter Bjorn And John) e dal chitarrista dei Medicine Brad Laner, oltre che da una sezione di fiati.
Ne è scaturita una caleidoscopica galleria di undici brani, che pur non rinunciando a residue ascendenze wave, danno libero sfogo allo spirito popdi Tatum, declinato all’insegna di una vena pop nell’occasione allegata a chitarre morbidamente riverberate e dai saltuari tratti jangly (“Japanese Alice”, “To Know You”) e, più spesso, a soluzioni sintetico-orchestrali, che occhieggiano a un altro revivalismo, più patinato e mainstream, dando luogo a mutazioni pop eighties non sempre convincenti.
(pubblicato su Rockerilla n. 426, febbraio 2016)