DIMITAR DODOVSKI – Potential Worlds
(Womblabel, 2015)
Più ancora che nelle sue esperienze collaborative (Moss Garden, Post Global Trio), Dimitar Dodovski esprime nelle proprie opere soliste una composita declinazione ambientale, incentrata non sull’iterazione e sulle suggestioni contemplative, bensì su screziature ritmiche e surreali visioni sintetiche.
Entrambi gli elementi ricorrono in maniera molto decisa in “Potential Worlds”, sette tracce più un remix che palesano l’immaginario futurista dell’artista macedone, a partire dal brano d’apertura “Late 80’s Hysteresis”, piccolo manifesto dell’adesione a un’estetica ma anche della natura dinamica della tavolozza di Dodovski. Non per questo l’immaginario naturale è del tutto espunto dalle sue composizioni, soltanto è filtrato da lenti distorsive, che lo trasformano in chiave surreale (“Birds On The Window”) o lo cadenzano di fremiti angosciosi (“Suspicious Clouds”).
In tale contesto, le sole risonanze di “Deleted Love Scene” dissipano i densi vapori chimici esalati da una combinazione di frequenze e pulsazioni proiettate da una realtà distopica.