SPECK – Antiheart
(Eilean, 2016)
Per un artista siberiano non deve essere così difficile definirsi un “loner”; a tale immagine di sé è comunque affezionato Nikita Bondarev, compositore ambientale e pianista già protagonista di numerose collaborazioni e di quattro album a proprio nome.
Il suo quinto lavoro sulla lunga distanza, identificato dall’alias Speck, amplifica l’attitudine solitaria dell’artista russo, elevandola a contenuto contemplativo di un’ambience elettro-acustica dalla marcata impronta emozionale. Nei quattro lunghi brani di “Antiheart”, lavoro che fin dal titolo suggerisce un’ideale composizione tra ossimori, Bondarev combina infatti decompressioni sinuose e sonnolente schegge armoniche stillate da risuonanti note pianistiche.
Ne risulta un saggio di minimalismo cameristico-ambientale, declinato in quattro prolungati piani sequenza ricamati da granulosi detriti sonori e loop armonici la cui ampiezza rivela un suggestivo bilanciamento tra atmosfera, coinvolgimento cinematico e modulata eleganza orchestrale. Da assaporare, ovviamente, in solitudine, contemplando infinite distese fisiche e interiori.