DAMN ROBOT! – Derp E.P.
(Hawk Moon, 2016)
Da anni impegnato a definire intersezioni tra ambient e post-rock sotto l’alias Good Weather For An Airstrike, Tom Honey coltiva parallelamente il progetto familiare Damn Robot!, condiviso con il fratello Rob (Inachus) e indirizzato in maniera esplicita a perpetuare gli aspetti più corposi del suo suono, dunque quelli dall’esplicita grana post-rock. Eppure, nel loro recente Ep “Derp” i due artisti inglesi non replicano stilemi ormai abusati ma, senza eccedere, provano a rivitalizzare a modo loro un’estetica che tante travolgenti emozioni ha regalato nel corso degli anni.
Benché nei venti minuti dell’Ep non manchino crescendo pronunciati e dinamiche quasi progressive, ciascuno dei tre brani di “Derp” presenta caratteristiche proprie, in parziale scostamento dagli antichi canoni del genere. In particolare, impressiona positivamente l’apertura “Fusion Chamberlain”, gradualmente sfumata in una ballata narcolettica che per un attimo allevia la nostalgia dei Gregor Samsa, mentre i restanti due e più lunghi brani (entrambi intorno agli otto minuti) rispolverano la combinazione tra atmosfera e strutture post-rock, attestandosi verso nel chiaro senso della prevalenza di queste ultime, pur interpolate da pulsazioni elettroniche e da parti vocali che nella conclusiva “It’s Not Finished, It’s Finished” assumono spezzate cadenze urbane.
Pur restando la soluzione presentata dal primo quella più convincente e suscettibile di interessanti sviluppi, il contenuto complessivo di “Derp” smentisce se non altro i pregiudizi di approccio rispetto a un lavoro oggi sussumibile sotto la categoria post-rock, alla quale proprio per questo fornisce respiro e capacità prospettica.