NORTH SEA RADIO ORCHESTRA – Dronne
(The Household Mark, 2016)
Accantonata per il momento la parentesi psych-folk di Arch Garrison, Craig Fortnam rispolvera insieme alla moglie Sharron il progetto principale North Sea Radio Orchestra, che torna a manifestarsi con il proprio quarto lavoro sulla lunga distanza, ben cinque anni dopo il precedente “I A Moon”. Cambiano denominazioni e fonti di ispirazione, mentre si evolve seguendo una linea di coerenza il percorso della band inglese attraverso brughiere incantate che descrivono una countryside immaginaria, ma pienamente calata in un registro espressivo che fin dalle prime evoca note sensazioni bucoliche e provenienza dall’Inghilterra settentrionale.
Ma v’è di più nelle nove tracce di “Dronne”, che appaiono la leggiadra combinazione di una varietà di elementi e suggestioni, che spaziano da intricate trame strumentali a semplici ballate dal gusto melodico retrò, da soluzioni cameristiche a scorci di un paesaggismo visionario, frutto delle recenti esplorazioni da parte di Fortnam della discografia di Robert Wyatt. Non a caso, il primo singolo tratto dall’album, nonché il suo pezzo più frizzante e immediato è la cover di “The British Road”, tratta dal quarto album solista di Wyatt (“Old Rottenhat”, 1985) del quale l’”orchestra Fortnam” coglie gli aspetti di lirismo orchestrale, distillato in un’ariosa chiave pop.
Accanto a tale emblematico omaggio, condotto al tempo stesso con rispetto e creatività evolutiva, ruota l’intera sequenza di canzoni di trasognata leggerezza e strumentali di atemporale eleganza cameristica che forma “Dronne”. Da un lato, la delicatezza delle interpretazioni di Sharron Fortnam ammanta di un’aura di soffice magia romanze dal sapore antico quali “Vishnu Schist”, “Queen Of All The Day And Night” e “Alsace Lorraine”, mentre dall’altro i dialoghi tra archi e fiati dell’iniziale “Arcade” e della stessa title track scolorano nella sorta di madrigale medievale ripartito nelle due parti di “Dinosaurus Rex”.
In entrambi i casi, i coniugi Fortnam confezionano una serie di acquerelli sonori dai colori pastello, che vagheggiano un’Arcadia bucolica nelle campagne nel nord dell’Inghilterra, senza con ciò apparire in alcun modo fuori luogo, grazie a un tocco lieve che abbraccia tradizione e raffinatezza orchestrale, pop e psichedelia acustica, in una proposta musicale decisamente fuori dal comune.