joe_sampson_songs_of_delayJOE SAMPSON – Songs Of Delay E.P.
(HIdden Shoal, 2016)

Sono sufficienti dodici minuti a un cantautore per dispiegare interamente la propria personalità. Sono sufficienti dodici minuti per restare incantati di fronte alla semplice naturalezza e al delicato understatement delle sue melodie. La durata è quella delle cinque canzoni dell’Ep “Songs Of Delay” e il cantautore in questione si chiama Joe Sampson e proviene da Denver, dove è stato premiato come songrwriter dell’anno nel 2008 e in seguito ha collaborato con musicisti quali Nathaniel Rateliff ed Esme Patterson.

Proprio Nathaniel Rateliff ricambia il favore nel soffuso intreccio del brano d’apertura “Songbird”, che perpetua la magia discreta di Simon & Garfunkel, definendo da subito l’ovattata atmosfera casalinga nella quale risuonano le note acustiche e il delicato timbro vocale di Sampson. Nei cinque brevi brani dell’Ep, l’artista del Colorado mette in mostra doti naturali di armonizzazione anche quando le strutture diventano lievemente più decise (“Moon On The Rise”), ammantandosi di morbide sfumature country-folk (“Dream On”).

L’essenza più personale e immediata della scrittura di Sampson brilla tuttavia al meglio nelle due ballate in punta di dita finali, la romantica “My Love” e “Paper Dolls”, un piccolo saggio di agrodolce malinconia d’autore, che instilla un fioco raggio di luce nel suo spazio creativo umbratile, disadorno, ma ricchissimo di cuore e ispirazione. Dodici minuti sono sufficienti a far comprendere tutto ciò, anche se al termine del loro ascolto è fortissimo il desidero di scoprire al più presto ancora molte altre canzoni di un songwriter dal talento cristallino.

http://www.hiddenshoal.com/project/joe-sampson/

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