MAX ANANYEV – Communication
(Preserved Sound, 2016)
Max Ananyev non è un compositore tra i tanti che di recente si dedicano all’intersezione di linguaggi classici e moderne tecniche elettroniche. Le sue precedenti esperienze AMVI e Tree Bosier ne hanno infatti arricchito il profilo artistico non solo di elementi sonori, ma anche e soprattutto di modalità d’approccio in qualche misura inusuali.
Dimostrazione di ciò si ricava dalle otto tracce che formano il primo album pubblicato dall’artista russo a proprio nome: “Communication” è infatti un lavoro risultante da un complesso processo di interazione tra una pluralità di fonti elettro-acustiche, tutte suonate dallo stesso Ananyev, a loro volta articolate secondo tecniche e stili eterogenei, accomunati dal massimo grado di spontaneità secondo il quale interagiscono tra loro. Rifuggendo la logica “matematica”, che spesso governa simili interazioni, Ananyev crea un microcosmo pullulante di particelle sonore, emanate da strumenti a corda, pianoforte elettrico, percussioni e tastiere. Ne risulta un puzzle cangiante, nel quale spunti vagamente free (“Nocturnal”) si alternano a pigre risonanze ambientali (“Afternoon”) e calde filigrane acustiche (“Birch Trees”), che arrivano a rivelare ascendenze di un folk mitteleuropeo e orientale (“Lake” , “Oak Tree”).
La naturalezza con i quale i brani di “Communication” scorrono nella loro incessante successione di variazioni timbriche rispecchia dunque appieno la finalità, peraltro manifestata da Ananyev, di creare una sequenza di miniature plasmate non da speculazioni intellettuali bensì dalla spontaneità dell’istinto.