ROTHKO – A Young Fist Curled Around A Cinder For A Wager
(Trace, 2016)
Tornato a rispolverare la sigla Rothko dopo uno iato quasi decennale in occasione del recente “Discover The Lost”, Mark Beazley offre immediati segnali di continuità creativa, pubblicando a pochi mesi di distanza un nuovo lavoro, che peraltro segna una significativa novità rispetto agli abituali ponderati dosaggi di timbriche chitarristiche.
Innanzitutto nell’occasione Beazley è affiancato per la prima volta da Johny Brown, leader e cantante della Band Of Holy Joy, il cui timbro baritonale riempie di declamazioni aspre e a tratti sgraziate il contenuto narrativo dei dodici brani di “A Young Fist Curled Around A Cinder For A Wager”. Quella narrata nel lavoro è una storia di disagio, esuberanza e sofferenza di un protagonista ai margini della società e, come tale, il tono che la supporta non poteva che essere tutt’altro che lieve: a quello vocale di Brown si affianca dunque quello impresso da Beazley alle corde della sua chitarra, che soprattutto nella parte inziale del disco avanza per spasmi e ruvide strimpellate che ne svelano un’attitudine in qualche misura post-punk.
Il consueto lavoro su timbriche e più soffici riverberi riaffiora appena nella parte centrale di “A Young Fist Curled Around A Cinder For A Wager”, ma viene ben presto spazzata via da spunti di una grana elettrica più spessa e decisa, che trovano il proprio corrispettivo in parti vocali che accennano appena, se non una melodia, quanto meno una concordanza con quelle strumentali. Quel che ne risulta è qualcosa di simile a un monologo, nel quale la parte narrativa piega alle sue esigenze l’accompagnamento musicale, che pure permette di osservare della personalità artistica di Mark Beazley un profilo decisamente inedito.