LETTING UP DESPITE GREAT FAULTS – Alexander Devotion
(Shelflife, 2017)
Chi avrebbe immaginato che, a distanza di circa tre decenni, nell’America più profonda avrebbero attecchito le sensazioni uggiose della musica inglese a cavallo tra anni Ottanta e Novanta? Non è certo una novità che retaggi wave e liquide chitarre shoegaze continuino a scaldare i cuori di musicisti statunitensi contemporanei, ma non manca di apparire stridente il contrasto tra quell’estetica e l’abituale immaginario desertico texano; eppure è proprio ad Austin che il songwriter Mike Lee ha trasferito i suoi Letting Up Despite Great Faults dopo circa dieci anni di onorata attività in California.
Il quartetto celebra l’occasione a proprio modo, con i quattro brani ricompresi nell’Ep “Alexander Devotion”, che in appena una dozzina di minuti condensano la consolidata passione della band per una trasognata leggerezza pop, allegata a ritmiche pulsanti e strati di chitarre e tastiere dalle nostalgiche reminiscenze wave. Tutto è comunque lieve e scorrevole nel breve Ep, frutto di un approccio alla scrittura pop ostentatamente fuori dagli schemi, ma ciononostante innervato da un’agrodolce vena melodica, fluida e sognante in “Pageantry” e in “Armonica”, scandita da cadenze tenebrose in “Mass” e irrobustita da una pur evanescente coltre di feedback nell’apertura “Starlet”.
Le tonalità purpuree dell’artwork completano l’affresco di una cartolina pop-wave agile per le melodie e credibile per ricercata veste sonora, poco importa quando e da dove sia stata spedita.