CAOILFHIONN ROSE – Awaken
(Gondwana, 2018)
Visto che lei stessa lo esplicita in tutte le presentazioni che fa di sé in rete, non è probabilmente superfluo precisare in premessa che il suo nome Caoilfhionn si pronuncia “Keelin”. È originaria di Manchester, città della quale ha frequentato la poliedrica scena musicale, collaborando tra l’altro anche con Vini Reilly in occasione dell’album “Chronicle LX:XL” (2014) dei suoi Durutti Column.
Caoilfhionn Rose Birley non risponde in effetti allo stereotipo della cantautrice folk, come si evince dalla sua stessa esplicita elencazione di affinità e influenze e, soprattutto, dalle tredici canzoni che forma il suo album di debutto “Awaken”, pubblicato lo scorso autunno. Il lavoro delinea un articolato puzzle di suoni e registri espressivi, riassunti dal comune denominatore delle interpretazioni di Caoilfhionn, al tempo stesso evocative e potenti. Se il folk costituisce innegabilmente la base della formazione dell’artista inglese, fin dalla title track d’apertura “Awaken” ne proietta il linguaggio in una dimensione sognante e di sinuosa eleganza, che rinvia al modernariato analogico così come a orizzonti di soffice psichedelia.
Senza mai appiattirsi su codici uniformi, Caoilfhionn dimostra una maturità sorprendente per una debuttante nel combinare nelle proprie canzoni elementi acustici e moderati inserti elettronici, scrittura cantautorale e sensibilità pop, radici musicali risalenti e fresca proiezione nel presente. Quali che siano gli abiti sonori di volta in volta indossati dai suoi brani, tutti dimostrano una non comune naturalezza nello sviluppo di melodie sospese e avvolgenti, ma al tempo stesso articolate in stratificazioni e rilanci, che rendono “Awaken” lavoro di incantevole grazia e consapevolezza espressiva, da scoprire traccia dopo traccia.