MICHAEL CUTTING – Luft
(Eilean, 2019)
Non è solo figurato il sottile velo di polvere che avvolge i sette brani di “Luft”, secondo lavoro dello sperimentatore analogico Michael Cutting: per realizzarli, l’artista inglese ha infatti utilizzato un organo ottocentesco, intorno al quale ha costruito un microcosmo sonoro costellato, oltre che da iterative emissioni di frequenze, da un ampio campionario di loop e minuti detriti atmosferici.
All’antichità materiale dello strumento corrisponde in maniera speculare il modernariato analogico dei vecchi nastri utilizzati da Cutting a loro volta quale fonte di crepiti e microtoni che si saldano a scheletri armonici che nel breve corso del lavoro si fanno via via più pronunciati e spettrali. Il tutto è completato da occasionali vocalizzi e minuti inserti di violino e fiati che, appena sotto la loro patina polverosa, rivelano paesaggi sonori intrisi di un tepore ovattato e atemporale.